Thursday, December 9, 2010

gnam gnam gnam

Non starò qui a farla lunga su quale funesta sventura sia stato l'avvento del latte artificiale nell'allattamento del neonato. Funesta sventura certo non per tutte quelle mamme che per motivi gravi di salute o per quelle pochissime che per motivi fisiologici non possono allattare al seno i figli (visto che da tempo ormai è tramontata la felice tradizione delle balie). Ma funesta sventura sì per quella massa incalcolabile di mamme che possono allattare i loro bimbi e che avrebbero potuto scoprire la gioia immensa di farlo (senza contare l'estremo vantaggio per la salute di quei pargoli) e non lo hanno fatto perché allettate dalla facilità di infilare qualche cucchiaio di polverina bianca in un biberon (e tradite da chi -pediatri, ostetriche ed esperti di ogni genere- avrebbe dovuto consigliare loro, imporre loro bonariamente ma seriamente, l'allattamento al seno e invece ha caldeggiato con leggerezza la bontà dei nuovi preparati). Alcune ipotesi sui danni dovuti all'uso del latte vaccino e del latte vaccino formulato per l'allattamento dei neonati le fa il dott. Proietti nel suo bellissimo intervento Alimentazione naturale vegetariana nell'infanzia.
Il latte artificiale, infatti, è pur sempre latte di mucca, trattato grazie alla più alta tecnologia contemporanea (?) e arricchito e aggiustato per le necessità del neonato (?), ma pur sempre latte di mucca. Il latte di mucca serve per far crescere il VITELLO (creatura che già alla nascita pesa più di quanto forse vostro figlio peserà da adulto). Gli elementi e i nutrienti presenti nel latte di mucca servono per soddisfare le necessità nutrizionali del vitello, non quelle dei nostri bambini. I nostri bambini hanno bisogno del latte della loro mamma per svilupparsi e crescere . E solo ed esclusivamente di quello, almeno fino a quando non sentiranno la necessità di mangiare anche qualcos'altro, cosa che non succederà prima dei sei-sette mesi di vita e in molti casi anche più tardi. E poi continueranno ad aver bisogno di quel latte anche nei mesi successivi. Il latte di mamma non è solo nutrimento per il corpo, ma anche per lo spirito. Della mamma e del bambino. È contatto, è calore, è protezione, è vita che scorre fra due corpi che si amano (è il proseguimento di quella liquida unione che li ha resi uno solo per nove mesi).
Ogni madre ha il diritto e il dovere di allattare il proprio bambino. Come ogni esperto di allattamento potrà dirvi (a questo proposito potete consultare l'eccezionale guida de La Leche Legue -lega internazionale che promuove l'allattamento al seno-, L'arte dell'allattamento materno) solo uno 0,2 per cento di donne presentano problemi fisiologici (come malformazioni o occlusioni dei dotti galattofori) che impediscono l'allattamento al seno. Tutte le altre donne che non "possono" allattare sono bloccate da problemi che esulano dalla fisiologia per entrare nell' incerto campo della psiche.
Spesso allattare non è una cosa così semplice, questo è vero. La naturalità di questo atto non assicura sulla sua immediata fattibilità. La complessità e l'estrema raffinatezza della nostra civiltà ci hanno forse fatto perdere un po' la mano, ci hanno deprivano di quella sapienza instintuale che presiede a tutti gli atti corporei primari. Spesso allattare, soprattutto all'inizio, nei primi giorni o mesi, richiede una grande determinazione e anche, a volte, spirito di sacrificio. Perché può succedere che il seno sia dolorante o addirittura che sanguini; può succedere che il bimbo fatichi ad attaccarsi o non si voglia attaccare affatto. Allora bisogna sopportare il dolore, non una volta giorno, ma cinque, sei sette volte al giorno, e tutti i giorni. Allora bisogna insistere, riprovare, senza estenuarsi però, senza spazientirsi, senza ossessionarsi, con pazienza e amore. Per quanto difficile possa essere l'inizio dell'allattamento, per quanto stanche, depresse e sfiduciate possiate sentirvi, alla fine le cose si metteranno a posto. E allora ringrazierete voi stesse di non aver mollato.
A tal proposito voglio raccontare la mia esperienza che continua tutt'oggi : sono mamma di una bimba stupenda che fin dal primo secondo di vita ha dimostrato tutta la forza e coraggio di aprire gli occhietti e attaccarsi con la sua dolce boccuccia alla mamma. Una scoiattolina di 5 mesi che fin da quando è nata è stata capace di darmi sensazioni uniche e credo proprio grazie a questo contatto formidabile, questa alchimia che si crea in quei dolci momenti che per noi adulti molto spesso in modo sbrigativo chiamiamo solo "pasto". In realtà qui si parla di amore, si parla di passare alla tua creatura nutrimento per il suo corpo e gioia, serenità. Quel che si riceve in questi momenti indietro è estremamente più grande ed immenso.
Vorrei poter dire mille volte e poterlo ripetere ancora altre centinaia di volte quando sia importante tentare ritentare e ritentare ancora. Credo che un ruolo principale nel buon inizio dell'allattamento lo giochino il parto e l'attesa. Più si è serene e tranquille più il bambino ne gioverà e in questo modo si potrà affrontare il parto nel migliore dei modi. Personalmente credo che il parto naturale sia estremamente eccitante ed entusiasmante per una mamma: l'intimità che si crea è totale, momenti intensi e profondi che sembreranno velocissimi quando interrotti da uno speciale e meraviglioso pianto. A quel punto gli occhi si incontrano per la prima volta, due visi si scrutano con la curiosità mai provata fino a quel giorno, dall'immaginazione si passa alla realtà. tutto in pochi minuti. E allora l'instino umano guida quel piccolo corpo al seno per poter trovare pace e tranquillità dopo la fatica compiuta. Due cuori felici che condividono il primo momento di intimità in modo del tutto naturale e fantastico.
Sicuramente i primi giorni ci si potrà sentire stanche e nella mente balenerà i pensiero: e se passassi al bibe? Credo però che allattare il proprio bimbo non sia una schiavitù. Molte mamme dopo pochi mesi rinunciano perché si sentono troppo legate. Non possono allontanarsi neanche per mezza giornata perché il pupo le reclama. E allora cominciano a sostituire una poppata con il latte artificiale, tanto cosa vuoi che succeda, poi ne sostituiscono due e, naturalmente, il latte diminuisce (perché se il bimbo non tira il corpo capisce che deve produrre meno, più il bimbo tira più il corpo produce), la mamma comincia a dire che non ha più il latte o non ne ha abbastanza, che il bimbo ha fame e così l'allattamento al seno finisce. Ma  quel latte che potete dargli ora, non glielo potrete più dare! Potete allora fare lo sforzo di dargli per sei, sette, otto, magari anche nove mesi o un anno quella linfa che costruirà le basi di tutta la sua vita. E poi ci sono i tiralatte (anche quelli manuali, veramente pratici e silenziosi, sono efficientissimi e bastano nel caso non dobbiate stare fuori di casa per molte ore tutti i giorni). Per una mamma in piena produzione tirarsi diverse dosi di latte al giorno è un bazzecola. Potete tirarvelo ogni tanto, quando vi va, e metterlo in freezer, negli appositi sacchettini, per tirarlo fuori quando serve (così potrete andare a farvi un giro con le amiche sapendo che il vostro bimbo prende il vostro latte e voi non rischierete di perderlo). Io consiglio il tiralatte manuale della Avent, che si trova in tutte le farmacie a poche lire ed è molto funzionale (anche i sacchettini si trovano in farmacia) e anche i contenitori sterili di plastica. (in teoria sarebbe meglio quelli di vetro ma con quelli di plastica mi trovo lo stesso benissimo e riesco a sterilizzarli bene, riusarli e soprattutto stiparli nel freezer!
Che dire...forza e coraggio! La mia bimba ha fame di me e io ho fame di lei! Una legame che prima era due in uno e ora è : simbiosi totale!

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