Tuesday, December 14, 2010

questione di cuore

C’era una volta una gatta. Forse basterebbe assistere al parto di una gatta e osservare la sua totale dedizione nella cura dei cuccioli per comprendere che l`affidamento dei neonati ai nidi ospedalieri è una pratica del tutto innaturale, conseguenza del moderno processo di medicalizzazione della nascita. Certamente le gatte, potendo scegliere, non si sognerebbero mai di partorire in ospedale, di allattare ad orari prestabiliti, di somministrare succhiotti e latte in polvere; per loro natura possono fidarsi soltanto di un infallibile istinto, così in prossimità del parto si mettono in cerca di un luogo adatto, odorano, ascoltano e infine scelgono: la tana è appartata e raccolta, con poca luce e al riparo dai rumori; dopo la nascita la madre lava accuratamente i suoi piccoli che, ancora ciechi, si attaccano spontaneamente alle sue mammelle. Le gatte si allontanano dai piccoli soltanto se necessario e sono pronte a difenderli con le unghie da qualunque presenza estranea, si agitano quando li sentono miagolare e non si danno pace finché non sono riuscite a calmarli. Quando li allattano fanno le fusa e a volte si addormentano.
Vivere questa esperienza sarebbe illuminante per ogni donna che aspetta un bambino e sia in cerca di un luogo per partorire, sarebbe soprattutto utile per comprendere che nella maggioranza dei casi la nascita è un evento fisiologico, semplice e naturale e che quella pratica denominata modernamente rooming in (che consente alla madre di tenere il bambino accanto a sé dopo il parto), non ha in realtà niente di moderno ed è in uso da millenni in tutte le civiltà; gli animali dal canto loro la praticano da sempre. Ma nelle nostre città le donne si trovano a dover partorire senza aver mai assistito a nessun tipo di parto e senza aver mai preso un neonato tra le braccia; digiune di esperienze e spaventate dall`evento che stanno per vivere, si affidano a persone che, nella stragrande maggioranza dei casi, le conducono verso una visione medicalizzata della nascita; così, può venir vissuto come normale il partorire nella confusione di un grande ospedale, fra estranei in un luogo estraneo, senza il conforto e il calore dei legami affettivi, sdraiate su un lettino, sotto la luce della lampada e con l`ago della flebo infilato in un braccio; ma, soprattutto, diventa normale che la madre venga separata dal neonato: dopo la nascita i bambini vengono visitati e lasciati al nido per un tempo variabile di osservazione che va dalle tre alle otto ore, successivamente la madre potrà vedere il bambino durante gli orari di allattamento programmati con intervalli medi di 3-4 ore. Le donne si rassegnano a rispettare regole studiate in funzione dell`organizzazione ospedaliera e negano o reprimono la loro naturale tensione verso il bambino, la necessità di un contatto fisico, la gioia di averlo vicino, bisogni e desideri - questi sì “normali” - che fanno parte di un percorso fisiologico e che sono necessari all`elaborazione della nuova identità di madre.
Dunque, la volontà di tenere il bambino con sé dopo il parto nasce dalla consapevolezza dei propri insopprimibili bisogni di madre e di quelli altrettanto forti del proprio inconsapevole bambino. Oggi le donne hanno la possibilità di acquisire maggiori conoscenze grazie ai corsi di preparazione al parto, strumento indispensabile per affrontare una maternità consapevole. I corsi, diversamente da quel che si crede, non "insegnano a partorire" ma offrono la possibilità di avvicinarsi con tranquillità e con qualche conoscenza in più ad un evento, la nascita del proprio figlio, che non si conclude ma inizia nel momento del parto. Durante gli incontri vengono trattati, in modo teorico e pratico gli argomenti fondamentali per la futura mamma come l`allattamento e il puerperio; inoltre, è importante che il padre venga coinvolto nelle diverse fasi della gravidanza, del travaglio e del parto, attraverso il contatto fisico con il corpo della madre e del bambino. E? importante per la buona riuscita delle cose avere accanto qualcuno che ti sostiene e che sia capace di infondere sicurezza, il tempo sembrerà volare via...quelal stanza bblu in cui sono rimasta un giorno interno mi è chiara nella mente, ricordo perfettamente i mobil igialli, i fiori alle pareti, la vasca , il elttino, la doccia ...la sedia svedese, le corde i tappetini , le palle...tutto quanto...e ricordo quella culletta vuota con la cpertina rosa che era pronta per noi. quando siamo entrati abbiamo pensato: usciremo con quella culletta piena! Il tempo è volato, non ricordo infatti di aver passato li così tanto tempo, è importante avere intorno a sè amore: ricreare uan situazione intima e familiare. Aiuterà sicuramente!
Oggi sappiamo quanto siano importanti le cure prestate al neonato subito dopo il parto per creare condizioni favorevoli allo sviluppo fisico  Nel momento della nascita il neonato è proiettato in un mondo nuovo, non conosce le nuove sensazioni che violentemente lo assalgono, non ha mai respirato, non ha mai aperto gli occhi, non conosce nulla della nuova vita. La madre che per nove mesi ha cullato dentro di sé questo figlio immaginario, si trova a vivere una separazione, passaggio di dolore e di gioia necessario per se e per il figlio.Un dolore intenso per il distacco della creatura dal proprio ventre ma allo stesso tempo un amore folle ... Quale migliore modo per instaurare il nuovo legame se non quello di lasciare che il neonato si abitui gradualmente alla separazione, cercando liberamente il seno o le braccia delle madre ogni volta che ne avrà bisogno, ricreando esternamente gli stessi legami della vita intra-uterina. Il contatto dei corpi e gli infiniti stimoli sensoriali che da esso derivano permettono alla madre a al bambino di mettere in contatto i loro corpi e sentimenti, di far in modo che i loro ritmi si mettano in comunicazione creando l’emozione del reciproco innamoramento.Eh si , ci si innamora davvero! la mia bimba si addormenta parecchie volte "a baci!"
si è  provato a livello scientifico che il cervello del neonato, e dunque il corpo nella sua interezza, non è programmato per esperienze di violenza e di separazione dalla madre come quelle imposte dalle pratiche ospedaliere, tali pratiche (taglio affrettato del cordone, aspirazione delle prime vie aeree con un sondino, separazione dalla madre per il bagno) oltre ad interferire pesantemente con la innata capacità di auto-attaccamento che segue la nascita instaurando meccanismi negativi nella relazione tra la madre e il bambino, influiscono negativamente sulla mente e sul corpo del piccolo.
E' incredibile osservare come un cucciolo d'uomo abbia la forza dopo una fatica incredibile per venire alla luce, di salire spingendosi con le sue delicate e secche gambine di arrivare al seno e succhiare il nutrimento che tanto lo farà sentire coccolato e amato.
Arianna dopo 22 ore di prodromi dolorosi e travaglio ha avuto una forza incredibile...da non credere! E invece se solo si potesse dare più empo al neonato..non è il caso di avventarcisi! Il suo cordone è stato talgiato quando il sangue ha finito di passare dalla placenta al suo corpicino, non ci vuoel tanto, basta attendere!L`alto livello di stress prodotto dalla separazione inducono sonnolenza eccessiva, bassa reattività o, al contrario, sovreccitazione. Inoltre, un neonato affidato alle cure del nido verrà nutrito ad orari stabili e imposti dall`esterno, verrà alimentato con soluzione glucosata e calmato con un succhiotto, pratiche queste che interferiscono con la naturale capacità del neonato di attaccarsi al seno materno, riducendo lo stimolo alla suzione e ritardando, di conseguenza, la montata lattea. Al contrario, il contatto non interrotto tra madre e bambino crea le migliori condizioni per un allattamento naturale e prolungato e dunque per un giusto aumento del peso ponderale, predispone ad una buona acquisizione del ritmo sonno-veglia, del ritmo respiratorio e digestivo, rafforza l`apparato immunitario e riduce la sensibilità allo stress. Inoltre, i neonati che non vengono separati dalle madri dimostrano generalmente una forte motivazione all`apprendimento e all`esplorazione.
Il rooming in è dunque un diritto di ogni madre e di ogni nuovo nato e, pertanto, è un obiettivo da conseguire per ogni struttura nonchè un giovamento per mamma e papà! Mio marito ha dormito tutte le notti per terra accanto al nostro letto su una stuoia...lui è stato felicissimo ed io pure! Scomodo ma almeno INSIEME!
SIAMO ENTRATI IN DUE E SIAMO USCITI IN TRE! FICOOOOOO  :)

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